Risorse umane: sono ancora strategiche nelle aziende del vino?
Editoriale di Lavinia Furlani
Ci ha fatto molto piacere che molti dei nostri lettori, con cui ci siamo confrontati anche durante l’ultima edizione di ProWein, ci abbiano riconosciuto di aver messo al centro della nostra visione del mercato non solo gli aspetti economici, ma anche la rilevanza delle risorse umane.
In molti ci hanno anche detto che talvolta, leggendo i nostri articoli, si sentono “bacchettati” perché diamo sempre una chiave di lettura che responsabilizza e spinge al fare.
Altri ci hanno detto di sentirsi stimolati a provare nuovi approcci. Alcuni li abbiamo visti in azione con talenti straordinari e altri invece nascondersi dietro alibi e rassegnazione.
Ma c’è un denominatore comune che anche in questi giorni ci è balzato agli occhi: a prescindere della tua dimensione aziendale e del tuo prodotto, sul mercato devi necessariamente essere riconoscibile, e in questo il fattore umano ha uno straordinario ruolo e potenziale.
Non saranno magari i padiglioni fieristici a renderti riconoscibile (come spiega Fabio nel suo ultimo editoriale), non saranno magari i tuoi vini da soli a renderti memorabile, ma tu puoi fare qualcosa.
“Lavinia, dopo tanti anni di ProWein, questo è il primo in cui ho firmato un accordo direttamente in fiera”. È questo il merito di Luigi, che è rimasto a sistemarsi gli appunti in fiera alle 18.30 della domenica sera, quando tutti erano già fuori, e ha potuto casualmente intercettare un importatore con cui non aveva appuntamento. Per poi scoprire che si erano già conosciuti in un b2b digital e arrivare dopo 25 minuti alla firma di un primo ordine di vino.
Ed il merito è anche di Elisa che ha lavorato due mesi per organizzarsi un’agenda di 6 appuntamenti al giorno.
Ma anche di Andrea, che ha deciso di uscire dal suo stand per andare personalmente a “ caccia “ di importatori: “Non potevo pensare di fare solo i 3 appuntamenti che avevo fissato, e ho iniziato a girare tra i padiglioni, chiedendo a colleghi di altre regioni di presentarmi i loro importatori per poi portarli al mio stand” .
Noi stessi, visitando i padiglioni internazionali dove non conoscevamo prodotti o produttori, ci siamo fermati laddove abbiamo trovato quello che possiamo definire un “manager della riconoscibilità“. Persone realmente disponibili al dialogo, alla relazione e con l’autentica voglia di conoscere persone nuove. Infatti, se c’è una costante che tutt’oggi appare una peculiarità del mercato del vino è quella della “relazione“.
Il vino si vende attraverso una costante, assidua, pianificata azione di costruzione di “relazioni” e in questo il ruolo della risorsa umana è assolutamente insostituibile. Ricorda che ogni tua azione può essere in grado di rendere visibile, unica e riconoscibile la tua azienda e i tuoi prodotti.
La riconoscibilità, quindi, si può costruire solo attraverso una crescita di professionalità e imprenditorialità. L’intuito può rappresentare solo un valore aggiunto, ma non l’unica dote sufficiente per far funzionare le aziende, per renderle competitive. Per questo, investire in manager della riconoscibilità significa investire nel nostro futuro, investire nella competenza nostra e dei nostri collaboratori.
Quando qualcuno ci chiede come mai siamo cosi attenti al tema della formazione e delle risorse umane nel mondo del vino, rispondiamo che ognuno di noi è come un campo da coltivare. Avete mai provato a lasciare le vostre vigne senza cura per lungo tempo?
Le risorse umane, infatti, sono la materia che necessita in assoluto di essere maneggiata con la miglior cura. Il futuro del successo del vino italiano passa da qui.
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