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Settore vitivinicolo e ferie: ti serve una vacanza!

Con l’arrivo dell’estate, subentra nella nostra quotidianità anche la consapevolezza che solo dal vuoto può nascere una vita più piena. Editoriale di Lavinia Furlani

“Non  avevo ricordi di arrivare cosi stanco alle vacanze”
“Ho bisogno di staccare”
“Sono completamente demotivato e senza visione”

Sono frasi che da qualche settimana sento da quasi tutte le persone con cui mi relaziono.
Il nostro mondo del vino è fondato sulla prestazione in tutti i campi, ma c’è un momento in cui è tempo di staccare.

Andare in vacanza vuol dire prendersi un periodo di sospensione dalla solita vita quotidiana. Siamo così abituati a riempire la nostra vita di mille attività che, quando arrivano le tanto attese vacanze, spesso siamo portati a riempire anche queste di cose da fare, di località da vedere, di immagini da riprendere, in una sequenza che ci travolge e non ci lascia neanche un attimo per staccare la spina.

La parola vacanza indica il vuoto, la mancanza, lo sparire delle attività quotidiane e della ordinaria routine ed il recupero di una dimensione che è quella dell’assenza, dell’interruzione, della scomparsa.
Il mondo del vino in cui viviamo ostacola fortemente la vacanza, perché trova nell’occupazione e nel riempimento del tempo e delle relazioni il suo paradigma fondamentale.
Andare in vacanza vuol dire invece ritagliarsi anche il tempo per stare soli con sé stessi e rigenerare le proprie energie, a prescindere dalla mete che si scelgono.
Saggiamente, gli antichi romani vedevano come attività fondamentale l’otium, cioè l´assenza di lavoro. Il non far nulla, infatti, ci porta a riflettere, a stare con noi stessi, a rafforzare un equilibrio interiore.

Dobbiamo imparare a sentirci a posto anche quando non facciamo niente. L’ozio è considerato socialmente in maniera disdicevole, a volte è sinonimo di noia.
È invece prezioso coltivare il vuoto, facendo spazio dentro di noi, perché solo così possiamo predisporci ad accogliere ciò che sentiamo importante.

Di fatto, però, spesso siamo prede dell’horror vacui: il vuoto ci fa paura e ci sentiamo destabilizzati.
Ecco perché cerchiamo di salvaguardarci dal vuoto, riempiendo le nostre vite: suoni, immagini, attività, social, impegni, cibi, vini, oggetti e tutto ciò che la nostra mente si inventa pur di impedirci di fermarci un attimo.
Inoltre, il tempo dedicato al vuoto è interpretato come tempo sprecato. Ma stiamo davvero perdendo tempo o siamo solo incapaci di fermarci?
Il non far nulla, infatti, ci porta a riflettere, a stare con noi stessi, e a rafforzare un equilibrio interiore.

Lasciamo che il silenzio ci avvolga per qualche istante e che il pensiero voli libero. Chi ha un sano rapporto con se stesso non ha paura del vuoto, ma lo cerca come forma di rigenerazione interiore.

Andare in vacanza vuol dire prendersi cura di sé, dare tempo a se stessi di rigenerarsi e di riconciliarsi con le proprie esigenze più profonde.
Buon otium a tutti voi!

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